Chi ha già provato il Pilates, ha probabilmente avvertito un miglioramento della propria postura. In questo articolo cerco di approfondire cosa si intende per postura corretta, perché può essere alterata e come il Pilates ci aiuta a migliorarla.
POSTURA CORRETTA
Primo punto, cosa si intende per postura corretta? Beh, vediamolo facendo pratica su noi stessi: ci mettiamo di profilo vicino a uno specchio stando rilassati o, meglio ancora, ci facciamo scattare una foto lateralmente. Analizzando la nostra immagine dovremmo vedere che, orecchie, spalle, anche, ginocchia e caviglie cadono all’incirca sulla stessa linea retta. Se così non è significa che la nostra postura naturale in qualche modo si è alterata.
POSTURA ALTERATA
Vi sono vari casi specifici di posture alterate che tratterò in articoli successivi, per ora limitiamoci a notare che alcune parti del nostro corpo sono avanzate o arretrate rispetto a questa linea verticale. Inoltre, poteremmo notare che alcune delle curve fisiologiche della colonna vertebrale sono aumentate o diminuite a livello lombare, dorsale o cervicale.
I motivi di tali alterazioni sono molteplici ma tipicamente possono essere ricondotti a posizioni che assumiamo o movimenti che ripetiamo per lungo tempo nella nostra vita quotidiana. Queste posizioni e movimenti ripetitivi provocano poi un eccessivo rinforzo di alcuni comparti muscolari che diventano oltretutto rigidi e contratti e un indebolimento di altri comparti muscolari che diventano eccessivamente allungati.
ESEMPI
Facciamo un semplice esempio: una vita lavorativa sedentaria di fronte al computer (e se leggi la mia storia capirai che ne so qualcosa) provoca un indebolimento della muscolatura addominale, dorsale, delle gambe e in particolare dei glutei a causa del continuo sostegno della sedia in cui spesso ci “affossiamo” e dello scarso lavoro dei muscoli preposti a tenerci in postura eretta. Inoltre, si crea debolezza della muscolatura anteriore del collo per l’avanzamento della testa con conseguente tensione, stiramento e rigidità della sua parte posteriore. Il risultato sarà che anche in postura eretta ci sarà la tendenza a essere curvi nella parte dorsale, con la testa avanzata e il bacino eccessivamente ruotato. Una situazione simile la sperimenta sicuramente anche chi passa molto tempo in macchina.
Ma ci sono anche situazioni opposte: un grande sportivo, pur muovendosi molto, potrà sviluppare maggiormente la muscolatura funzionale alla pratica del suo sport a scapito di altre parti del corpo che risultano deboli. La parte forte inoltre si irrigidisce e, se non si fa un allenamento più che bilanciato, si rischia di incorrere in problemi fisici (e anche qui ne so qualcosa).
In sintesi, abbiamo degli scompensi nella muscolatura, che si manifestano con una postura eretta alterata e che ci portano a posizioni che, oltre ad essere anti estetiche, provocano spesso sintomatologie dolorose a vari livelli delle articolazioni e della colonna vertebrale.
COSA FARE?
Cosa possiamo fare quindi? Cambiare lavoro? Cambiare vita? Beh, sorridendo dico che, in alcuni casi come è successo per me, può anche essere uno stimolo per farlo ma in generale direi proprio di no! La risposta è invece abbastanza semplice e ovvia a pensarci bene: rinforziamo le parti deboli, allunghiamo le parti rigide e ridiamo mobilità alle articolazioni e alla colonna vertebrale. Si ma come?
COME CI AIUTA IL PILATES
Ed eccoci al Pilates: la forza di questo metodo sta proprio nel riuscire ad affrontare tutte queste componenti, rinforzo, mobilizzazione e allungo in una unica serie di esercizi mirati.
In ogni esercizio di Pilates mentre si rinforza un comparto muscolare si allunga il suo “antagonista” in modo dinamico. Molti mi chiedono perché non facciamo ogni tanto “stretching” durante le lezioni. La risposta è che durante il Pilates facciamo stretching senza nemmeno accorgerci! Noi siamo concentrati sull’aspetto di rinforzo dell’esercizio ma in realtà vi sono sempre comparti muscolari che si stanno allungando. Inoltre il continuo stato di movimento e di transizione tra gli esercizi mobilizza tutto il corpo.
UN ESERCIZIO DI ESEMPIO
Prendiamo uno degli esercizi basici più noti: il Roll-Up. Nella seguente immagine si possono notare i tre aspetti citati.
Il rinforzo della muscolatura addominale, per portarci a salire da sdraiati a seduti e per rallentare la nostra successiva discesa sul materassino. L’allungo della parte posteriore della schiena, che si “srotola vertebra a vertebra” verso il materassino sotto la spinta della muscolatura addominale. L’allungo di tutta la catena muscolare posteriore, durante la fase di avanzamento da seduti. Il fluido movimento che si acquisisce con la pratica, permette poi progressivamente di mobilizzare la colonna vertebrale sul piano sagittale. La posizione in cui dobbiamo tenere le braccia, stimola l’attivazione e il rinforzo di parte della muscolatura dorsale. In fine, il sollevamento della testa da sdraiati stimola il rinforzo della muscolatura anteriore del collo mentre, nella fase di avanzamento si allunga la sua parte posteriore.
Questo è solo un esempio ma, vi assicuro, che in ogni esercizio di Pilates c’è sempre un perfetto mix di effetti benefici.
LAVORO GLOBALE
In un’ora di Pilates, si lavora quindi su tutto il corpo, la sequenza degli esercizi permette ad ognuno di trarre benefici utili a correggere i propri squilibri e quindi a migliorare la postura. Il dubbio a questo punto potrebbe essere; ma persone con caratteristiche fisiche completamente diverse come fanno a trarre tutte beneficio dalla stessa sequenza di esercizi? Questo è possibile perché, è vero che alcuni esercizi saranno meno utili di altri ma, nel complesso, quelli meno utili mi manterranno comunque in movimento mentre quelli più utili (generalmente quelli che trovo più faticosi e antipatici) mi daranno il massimo beneficio.
LA MUSCOLATURA PROFONDA
Inoltre, negli esercizi del Pilates, si ha l’attivazione degli strati più profondi della muscolatura, quelli ad esempio più vicini alla colonna vertebrale. Questi muscoli non vengono facilmente attivati con grandi movimenti e grossi carichi. Al contrario, si riesce ad attivarli con piccoli e mirati movimenti, in cui la qualità è decisamente più importante della quantità. Prima di poter rinforzare un muscolo lo devo “trovare” e devo capire il modo di “attivarlo” prima ancora di usarlo. Spesso si trova il Pilates “difficile” proprio perché ci si deve costantemente concentrare sui muscoli che stanno usando. Questa difficoltà iniziale viene però ricompensata col fatto che il corpo si “ricorderà” maggiormente proprio quei movimenti a cui ho dovuto prestare più attenzione.
CONCLUDENDO
Per tutti questi motivi dunque, anche con una sola seduta alla settimana potremo ottenere ottimi risultati. Ovviamente, per massimizzare i benefici sono ancora più efficaci le lezioni individuali, in cui ci si può concentrare sulle caratteristiche specifiche della persona. Così come, se abbiamo sviluppato patologie importanti, dobbiamo pensare a lavorare in modo più specifico, magari passando prima da sedute di fisioterapia per avere una riabilitazione mirata, per poi passare a delle lezioni individuali di Pilates per rafforzare tutto il corpo e non ricadere nelle problematiche dolorose: prevenire è sempre meglio (e più decisamente più facile) che curare!